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domenica 13 marzo 2011

Giappone, nazione da ammirare.

 "Si dice che la calma è la virtù dei forti, io spero un giorno che   la nostra società impari davvero tanto da questa nazione, lontana e tanto diversa dalla nostra ma da prendere come esempio di vita e socialità." Marco. 
Riporto qui di seguito alcune testimonianze scritte dal giornalista Vittorio Zucconi che fanno davvero riflettere.
La spesa si paga domani...
Il negozio di generi vari, un minimarket, nel villaggio di Rikuzentakata ormai inghiottito dall'oceano sbarcato sulla terra, era in pratica l'unico edificio rimasto in piedi, sopra una piccola gibbosità della terra. La processione dei clienti, divenuto un corteo di profughi a casa propria, è cominciata appena le acque lo hanno permesso. Massaie e bambini, poi gli uomini, lo hanno diligentemente svuotato di tutto, dalle ministre liofilizzate alle bottiglie d'acqua, sotto lo sguardo dei proprietari, marito e moglie, Toshio e Kumi Niioka. Nessuno di loro ha pagato niente, non funzionavano registratori, carte di credito, e non c'era modo di fare conti e cambiare contanti. "Si sono portati via tutto, ma soltanto quello che riuscivano a mettersi tra le braccia" spiega alla Nhk, la tv di stato, perfettamente sereno. "Tanto so che quando questa maledizione sarà passata tutti torneranno in negozio a pagare per quello che hanno portato via".


IN FILA PER TRE
"Terremoto, bambini" annuncia la voce della "sensei", dell'insegnante, come se annunciasse "compito in classe" o "merenda". Duecento alunni, fra la prima elementare e la quinta, si muovono tutti insieme. Salgono le scale, raggiungono il tetto piatto seguendo la "sensei", si dispongono nello stesso ordine che avevano in classe, quelli della prima con quelli della prima, la seconda con la seconda, i maschi da una parte con le loro camicine bianche su calzoni blu, le femmine con le loro gonne obbligatoriamente plissettate e le calzette bianche dentro le pianelle. Gli insegnanti li fanno cantare, a turno. I più grandi ripassano un po' di matematica e di lettura dei "kanji", degli ideogrammi. Sotto di loro la lava sale, porta automobili, barche, pali della luce, masserizie quasi al livello del tetto, che è ad appena dieci metri di altezza, la stessa del muro iniziale venuto dall'oceano. Resteranno per sette ore sul tetto piatto, a cantare, a ripassare, a farsi i dispetti, fino all'arrivo degli elicotteri militari che poggeranno sul tetto e li porteranno via, tutti.
Naturalmente prima la prima, poi la seconda.... ultime le maestre.

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